É bene avere un primo incontro con il ginecologo al momento dello sviluppo, dopo le prime mestruazioni, per valutare le condizioni del sistema genitale e riproduttivo femminile in questa fase importante di cambiamento.
Poi si fanno regolari visite in base alle necessità seguendo le indicazioni del medico.
Ecco i motivi che più frequentemente possono portare a consultare un ginecologo nella fascia d’età che va dalla prima mestruazione alla maggiore età.
Amenorrea
L’assenza di ciclo mestruale
La amenorrea non è una malattia di per sè. Non è pericolosa, ma rischiosi possono essere invece cause ed effetti. In particolare un’alimentazione irregolare, diete drastiche o attività sportiva praticata a livelli intensi o agonistici, possono scatenare nelle adolescenti questo fenomeno.
Un consulto ginecologico può aiutare, se il problema si protrae nel tempo, a evidenziare la causa e quindi a trovare la soluzione più adatta.
Dismenorrea
Quando le mestruazioni sono dolorose
É il disturbo del ciclo di gran lunga più frequente, anche tra le ragazze giovani.
Nel 95% dei casi non dipende da cause organiche (cioè malattie dell’utero o delle ovaie) ma solo dal fatto che l’organismo produce troppe prostaglandine e troppo progesterone nella seconda metà del ciclo.
Per escludere problemi organici è indicata una visita ginecologica o, specialmente se non vi sono ancora stati rapporti, una ecografia pelvica.
Se non vi sono problemi organici, la dismenorrea può essere alleviata o eliminata aumentando l’attività fisica, specialmente con ginnastica aerobica e tecniche di rilassamento.
Se il problema permane, il ginecologo potrà suggerire dei farmaci anti-prostaglandinici come la banale aspirina o l’assunzione della pillola contraccettiva.
HPV – Papilloma virus
Il test e il vaccino
L’infezione da papilloma virus umano, o HPV, è molto comune. Molte persone hanno l’HPV senza saperlo. La trasmissione avviene per via sessuale e, nella maggior parte dei casi, è innocua. Talora può invece provocare alterazioni che favoriscono la formazione di tumori nel collo dell’utero.
L’infezione virale da HPV non significa necessariamente che una donna svilupperà anomalie cellulari e tanto meno un tumore del collo dell’utero: segnala semplicemente la presenza di un fattore di rischio e pertanto la necessità di eseguire controlli più ravvicinati e accurati.
Questi controlli permettono di rilevare per tempo quelle lesioni del collo dell’utero che sono state riconosciute come precorritrici del tumore del collo dell’utero. Esse, quando sono diagnosticate con la colposcopia, possono essere rimosse con semplici trattamenti chirurgici eseguiti ambulatorialmente.
Recentemente sono stati sviluppati dei test (HPV-DNA test) in grado di identificare i tipi virali coinvolti nello sviluppo del tumore cervicale. Qualora il test risulti negativo può essere utile ricorrere al vaccino contro Pavillomavirus, in Italia disponibile a partire dall’estate 2007, gratuitamente fino ai 12 anni.
Contraccezione
La scelta del metodo più adatto
I metodi contraccettivi più adatti in questa fascia d’età sono la pillola e il condom (o preservativo).
La pillola è il metodo contraccettivo più sicuro con una efficacia che si avvicina al 100%: blocca l’ovulazione, riduce la crescita della mucosa che riveste la cavità uterina, induce una alterazione del muco cervicale ostacolando così il passaggio degli spermatozoi e altera la motilità delle tube con ostacolo al passaggio di un eventuale ovocita.
La pillola deve essere prescritta dal ginecologo che valutarà eventuali controindicazioni.
In alternativa il condom, o preservativo, è un metodo che, se usato correttamente, ha elevata sicurezza (95%). È un metodo meccanico, che impedisce cioè il contatto diretto tra le mucose genitali, rendendo impossibile la fecondazione. E’ un metodo che ha inoltre un’azione protettiva nei confronti delle malattie sessualmente trasmesse, ed in particolare dell’AIDS.